Ambiente territorio e sicurezza




"La prima cosa da capire è che l'ordine pubblico nelle strade e sui marciapiedi della città
non è mantenuto principalmente dalla polizia, per quanto questa possa essere necessaria:
esso è mantenuto soprattutto da una complessa e quasi inconscia rete di controlli spontanei
e di norme
accettate e fatte osservare dagli abitanti stessi" (J.Jacobs)

1. Il concetto di sicurezza urbana

Sicurezza e qualità della vita
 
E’ nelle città che gli effetti della globalizzazione – compresi quelli legati all’insicurezza, alla paura della criminalità e ai cambiamenti delle dinamiche criminali – si manifestano con maggiore visibilità. Questo rappresenta una grande sfida per le città, oggi sempre più alla ricerca di nuovi strumenti per affrontare questo genere di problemi. 
Le città sono i luoghi in cui le persone si incontrano, in cui la vita sociale si manifesta in modo più intenso e complesso, in cui si produce cultura e dove lo sviluppo economico, unito ai progressi della tecnica e della scienza, appare più evidente. Alcune città sono ben gestite, “funzionano bene” e forniscono una buona qualità della vita; altre presentano difficoltà di vario genere: degrado dei centri urbani, inquinamento di vario tipo, problemi sociali e sanitari, alti tassi di disoccupazione e, nondimeno, mancanza di sicurezza.
Criminalità e senso di insicurezza possono condizionare la vita di una città, così come il funzionamento e l’attrattività di alcune aree urbane. Quando le persone si sentono minacciate, modificano il loro stile di vita e, di conseguenza, il modo in cui utilizzano la città quotidianamente. Le fasce più vulnerabili della popolazione, quali anziani e donne, possono sentirsi particolarmente minacciate, la perdita di libertà che ne consegue diventa un fardello pesante da portare, e la qualità della vita ne risente seriamente.
I problemi di criminalità che interessano un’area causano un declino delle attività economiche e un calo di presenze nello spazio pubblico; ne consegue che la sicurezza influisce anche sullo sviluppo economico locale.
L’insicurezza nelle città è prodotta da una complessa serie di fattori, comprese le condizioni economiche e i problemi sociali, tra i quali rientrano anche il modo in cui le città sono pianificate , progettate e costruite, il modo in cui le persone si identificano nell’ambiente in cui vivono e il modo in cui gli spazi urbani sono curati e gestiti.
La disposizione e l’organizzazione degli spazi urbani influiscono sul loro livello di sicurezza: possono contribuire a renderli più sicuri, ma possono anche concorrere a farli diventare più pericolosi. Pertanto, una buona o cattiva progettazione contribuisce a rendere una città più o meno sicura.

Cosa si intende per “sicurezza urbana”?
 
Numerose ricerche ed esperienze sul campo hanno dimostrato che, quando i cittadini chiedono più sicurezza, si riferiscono ad un’ampia fascia di fattori che fanno percepire l’ambiente urbano come insicuro e che includono anche il disagio e la paura.
In quest’ottica si possono identificare cinque elementi principali che concorrono a formare la domanda di sicurezza:
 
1) il rischio concreto di essere vittima di minacce, aggressioni o altri episodi di violenza (sia a scopo di rapina, che come atti di violenza gratuita);
2) la diffusa rottura dei codici tradizionali di condotta civica (dormire in strada, sputare, urinare in luogo pubblico, mendicare in modo aggressivo, ecc.);
3) la mancanza di “cura” del territorio: manutenzione di parchi e spazi pubblici, pulizia, presenza delle forze dell’ordine e di guardie private, riparazioni dell’arredo urbano;
4) il senso di insicurezza, fattore disgiunto dall’insicurezza reale, legato a fattori ambientali, quali lo squallore dello spazio urbano, la non chiarezza dei percorsi, la mancanza di vitalità, la scarsa illuminazione, ecc.;
5) la paura e gli altri elementi che l’accompagnano: paura intesa come sentimento soggettivo, non necessariamente legato al rischio, ma connesso a fattori più ampi, spesso lontani rispetto allo specifico luogo nel quale la paura si manifesta.

Tre approcci alla sicurezza urbana
 
Le politiche oggi utilizzate per garantire la sicurezza derivano da tre approcci principali.
Il primo approccio è legato al concetto di sicurezza come ordine pubblico, dunque si basa principalmente sulla centralità del controllo, attraverso legge e forze dell’ordine (“law and order”). Le norme regolano i comportamenti dei cittadini e la polizia è chiamata a farle rispettare.
 
Il secondo approccio concentra i suoi sforzi sulla prevenzione della criminalità in senso sociale. Mira cioè a ridurre le condizioni di svantaggio e deprivazione - disoccupazione, carenze di legami familiari, disagio mentale, esclusione - che spesso rappresentano fattori criminogeni o che favoriscono comportamenti antisociali.
 
Il terzo approccio è rivolto alla prevenzione ambientale ed è diretto ad “evitare che un evento criminale si realizzi”. Mira quindi ad agire su tutti gli elementi presenti in un determinato contesto che possono in qualche modo influire sulla possibilità di mettere in atto un comportamento criminale.
 


2. Sviluppo storico dell’approccio ambientale alla prevenzione della criminalità
 
Il primo studio sulla relazione tra la struttura dell’ambiente urbano e la sicurezza è stato svolto dall’antropologa Jane Jacobs, nel suo famoso libro Vita e morte delle grandi città (Death and Life of Great American Cities, pubblicato nel 1961)
 
Le teorie di Jane Jacobs si possono sintetizzare in due concetti chiave:
1) L’occhio sulla strada (la presenza di attività, di movimento, di edifici con accesso dalla strada, di finestre che “guardano” sulla strada) è il principale elemento di sicurezza;
2) La sicurezza urbana dipende dalla identificazione con il territorio, in quanto una persona protegge e rispetta un luogo che sente come proprio.
  
Secondo Jane Jacobs, il controllo spontaneo dell’ambiente urbano, esercitato dai suoi abitanti, si realizza soltanto in città vitali, nelle quali le strade sono frequentate giorno e notte, nelle quali gli spazi pubblici sono ben curati e ispirano fiducia e senso di appartenenza: una città fatta di luoghi che i cittadini amano, che identificano come propri e che sono, per questo, pronti a proteggere

Dieci anni dopo la pubblicazione del libro di Jane Jacobs, Oscar Newman, Professore di architettura alla Columbia University, si propone di trasformare la visione della sicurezza nelle città della Jacobs in strumenti pratici per la progettazione. Nel 1972 pubblica “Spazio difendibile" (Defensible Space, crime prevention through urban design). Le linee guida per la pianificazione e la progettazione urbana indicate da Newman si basano su due concetti principali:
1) le persone proteggono il territorio al quale sentono di appartenere (concetto di territorialità);
2) la pianificazione e la progettazione degli spazi urbani possono “sottrarre spazio al crimine”.
Pianificazione e progettazione devono dunque concepire gli spazi urbani in modo da creare e incoraggiare il senso di appartenenza al territorio; devono aver presente quali sono le caratteristiche fisiche (quali l’essere aperto o chiuso, visibile o nascosto, luminoso o buio, accessibile o inaccessibile, pubblico o privato) che favoriscono od ostacolano la possibilità che un evento criminale si realizzi. Questo approccio alla prevenzione della criminalità prende il nome di CPTED (Crime Prevention Through Environmental Design).



3. Il “Technical Report” adottato dal Comitato Europeo di Standardizzazione (CEN) sulla Prevenzione della criminalità attraverso la progettazione urbana
 
Per studiare il tema della prevenzione del crimine negli edifici e negli spazi pubblici è stato istituito uno specifico comitato internazionale, che ha prodotto Standard e Technical Reports relativi alla prevenzione della criminalità attraverso la progettazione degli edifici (residenze, uffici e negozi) e la progettazione urbana. Sono ancora in corso, invece, i lavori relativi a trasporti, scuole e distributori di carburante.
 
L’attività del gruppo di lavoro su “Prevention of Crime by Urban Planning” si è chiusa nel 2006 con l’emanazione del Technical Report TC 14383-2, che è stato definitivamente adottato dal CEN nel 2007.
 
Il documento ha lo status di “Technical Report”, dunque è da intendere come supporto per buone pratiche e non quale standard dalla portata vincolante.

Il Technical Report si basa su due concetti fondamentali:
1)la progettazione urbana ha un impatto sulla criminalità e sulla paura del crimine.
2) i criteri di prevenzione della criminalità si devono applicare ai diversi livelli e alle diverse scale della progettazione: la città nel suo insieme, le infrastrutture, il disegno urbano, gli spazi pubblici, la gestione.
 
In fondo questa pagina si trovano i documenti CPTED.



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Fabrizio Nannini, Mental survival Psicologia e tecniche di sopravvivenza mentali per affrontare ogni situazione, Hoepli (Manuale pratico di preparazione alle emergenze individuali e di gruppo Vi è mai capitato di percepire un grande rischio o di sentirvi in pericolo? Siete mai stati bloccati dal panico per qualcosa che vi è successo? Vi siete mai trovati in situazioni di grande confusione e avete rischiato di perdere il controllo? Il “mental survival” serve a capire quali sono i meccanismi dietro a questi fenomeni e come imparare a fronteggiarli.)

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