CPTED - Approfondimenti

Per approfondire i temi trattati nell'articolo, riportiamo le altre indicazioni contenute nel Manuale - Pianificazione disegno urbano gestione spazi per la sicurezza.

Tenere conto delle reti sociali esistenti
 Qualsiasi proposta, per un nuovo intervento o per la riqualificazione di un quartiere, deve tenere conto delle reti di relazioni sociali esistenti, generate da scuole, associazioni, attività sportive e luoghi di incontro informali (bar, piazzette, parchi giochi, ecc.). La progettazione deve incoraggiare la socializzazione locale, elemento essenziale per suscitare controllo spontaneo nel vicinato.
Tenere in considerazione e promuovere i legami sociali esistenti aiuta inoltre a prevenire l’esclusione di nuovi gruppi che può, al contrario, diventare una ragione di conflitto.
 
Richieste della popolazione locale
Il progetto dovrebbe rispondere alle necessità individuate e alle richieste espresse dalla popolazione locale. Per questo è opportuno istituire un processo decisionale che coinvolga residenti e utenti.
La partecipazione, inoltre, accresce il senso di appartenenza alla comunità, che contribuisce a prevenire i comportamenti antisociali (vandalismo, corse con le auto, disturbi notturni, ecc.) e incoraggia a denunciare atti criminali.
Le persone infatti rispettano e tendono a proteggere gli spazi cui sentono di appartenere.

Effetti sull’equilibrio sociale
Dove esiste un mix sociale ben integrato, l’intervento deve prestare attenzione a non alterarlo. Nello sviluppo di un nuovo progetto all’interno di un quartiere esistente, bisogna cercare di ottenere un mix appropriato di diversi abitanti, livelli di reddito, servizi, ecc.

Impatto dei cambiamenti
Ogni intervento nell’ ambiente urbano ha un impatto fisico e sociale sugli immediati dintorni. È dunque necessario intraprendere azioni specifiche per mitigare l’impatto dei cambiamenti. Tali azioni possono riguardare informazioni mirate per particolari gruppi di persone, interventi graduali e reversibili sull’ambiente fisico, mediazione sociale, organizzazione di eventi, incentivi economici temporanei, ecc.

Integrazione morfologica di nuovi edifici nel contesto
 La morfologia dei nuovi edifici deve essere bene integrata nel tessuto urbano circostante, in modo da non essere percepita come estranea ed essere, invece, accettata dagli abitanti; questo perchè soltanto gli edifici e gli spazi percepiti come propri vengono rispettati.
Laddove quindi si applichino nuovi parametri di densità o nuove tipologie edilizie, bisogna verificare la loro compatibilità con la morfologia urbana circostante.

Adattarsi all’organizzazione dell’ambiente esistente
Il sistema delle attività e dei flussi esistenti in un’area urbana è una risorsa preziosa per la sua coesione e vitalità, quindi per la sua sicurezza. È pertanto necessario valutare ogni intervento in termini di compatibilità con lo schema organizzativo esistente nel vicinato. Questo aiuta ad evitare la frammentazione e permette di gestire la città nel suo insieme.

Continuità con la struttura esistente della città
Un intervento non dovrebbe interrompere la struttura urbana esistente: deve quindi evitare fratture e assicurare continuità del tessuto urbano e dei flussi, in modo da facilitare gli spostamenti, che incidono sulla vitalità e dunque sul controllo spontaneo.
La continuità aiuta a prevenire la frammentazione dello spazio, e permette alla città di funzionare come un sistema integrato.
 
I margini dell’intervento
I margini di un intervento hanno un ruolo determinante nella connessione con il tessuto urbano circostante. Pertanto, nella progettazione delle fasce di confine è necessario prestare particolare attenzione alle caratteristiche delle aree adiacenti, considerando i flussi esistenti e quelli futuri e la compatibilità delle funzioni, per evitare fratture nel sistema urbano.
In un’ottica di sicurezza, i margini degli interventi sono aree particolarmente critiche perché possono generare discontinuità e contribuire allo sviluppo di zone di abbandono e di degrado.
Una buona accessibilità ed una rete viaria capillare sono essenziali per favorire i flussi di movimento che producono vitalità, sorveglianza spontanea e dunque maggiore sicurezza nelle città. Per garantire la continuità dei movimenti è importante evitare discontinuità nella rete stradale e nei percorsi pedonali.
La mancanza di accessibilità può anche contribuire alla segregazione sociale e può creare zone isolate in cui si concentrano problematiche sociali. Nel pianificare l’accessibilità di un’area è necessario considerare i suoi collegamenti con le funzioni esistenti in città: posti di lavoro, servizi (scuole, ospedali, uffici postali, ecc.), commercio, attrezzature per il tempo libero. Bisogna anche tenere conto che l’isolamento crea difficoltà di intervento per i servizi pubblici (compresi i servizi per la prevenzione sociale e della criminalità).

Continuità del tracciato stradale
La rete viaria di un nuovo insediamento dovrebbe continuare lo schema stradale delle aree circostanti, in modo da evitare interruzioni dei flussi urbani che rivestono grande importanza per la vitalità e il controllo spontaneo. Flussi di traffico lento e moderato forniscono preziosi “occhi sulla strada”, che sono un deterrente di comportamenti criminali. È dunque generalmente consigliato evitare strade totalmente pedonali, salvo in aree molto affollate.
 
Impianti estroversi e percorsi di attraversamento
L’impianto di un nuovo insediamento deve evitare di creare complessi introversi, ovvero complessi di edifici che si rivolgono verso l’interno girando le spalle al tessuto urbano circostante. I nuovi complessi dovrebbero essere affacciati verso l’esterno e collegati ai dintorni da una rete di strade di attraversamento. Entrambi questi elementi permettono la permeabilità dei flussi urbani che aggiunge vitalità agli spazi pubblici.
 
Evitare la creazione di enclave
La struttura e il tracciato stradale di un nuovo insediamento (o di un’area da riqualificare) dovrebbero essere concepiti in modo da evitare la creazione di enclave urbane.
Le enclave da un lato interrompono i flussi urbani circostanti, creando problemi per le aree limitrofe, dall’altro generano flussi interni deboli. Entrambi questi fattori incidono negativamente sul controllo spontaneo e favoriscono lo sviluppo di attività marginali o illegali.
Laddove mancano trasporti e servizi adeguati, le enclave possono anche diventare luoghi di emarginazione sociale, in cui le persone sono isolate e particolarmente vulnerabili e in cui servizi sociali e di prevenzione hanno difficoltà ad intervenire.
 
Fornire buona accessibilità al sistema di trasporto pubblico
Per collegare un nuovo insediamento con l’intera area urbana, è importante assicurare una buona accessibilità al trasporto pubblico. Si deve dunque studiare nel dettaglio l’ubicazione delle fermate, che devono essere vicine ad edifici d’abitazione o ad aree con attività e raggiungibili attraverso percorsi chiari e sicuri, che non attraversino aree prive di controllo spontaneo.

La prassi tradizionale della pianificazione che assegna specifiche funzioni alle diverse aree (zoning) tende a separare tra loro gli usi del suolo (residenziale, uffici, commerciale, industriale, istituzionale). Questo approccio crea quartieri con strade e spazi pubblici inutilizzati in alcuni momenti della giornata o in alcuni giorni della settimana, riducendo il controllo spontaneo. Le zone ad “uso misto” evitano questo inconveniente quindi, ovunque possibile, dovrebbero essere preferite ad una zonizzazione per singole funzioni. Il mix delle funzioni non può tuttavia essere applicato ovunque e richiede una valutazione attenta riguardo alla compatibilità reciproca delle attività previste.
 
Strutture e servizi pubblici (scuole, chiese, campi sportivi, negozi, ecc.) sono particolarmente efficaci nella creazione di vitalità, la loro ubicazione dovrebbe pertanto essere accuratamente pianificata in modo da sfruttare a pieno il loro potenziale in termini di controllo spontaneo. Dovrebbero, inoltre, essere organizzati in modo da promuovere prossimità e socialità, che contribuiscono a combattere fattori quali isolamento e segregazione, che producono insicurezza.
La vitalità è infine importante per la coesione e l’inclusione sociale e, dunque, per una potenziale riduzione della criminalità

Funzioni appropriate aumentano la vitalità
Alcune funzioni sono più efficaci di altre nel garantire vitalità negli spazi pubblici; ad esempio, le attività commerciali e del tempo libero creano luoghi più vivaci rispetto ai complessi di uffici. Le funzioni ”eccellenti” come le università, gli edifici pubblici, gli alberghi e le aree commerciali dovrebbero essere distribuite anche nelle aree periferiche per introdurre vitalità.
 
Il mix funzionale genera vitalità
Ogni funzione ha diversi orari di attività, richiede specifici servizi e strutture di supporto e genera flussi di persone e cose. Tutto questo estende il periodo di attività, crea un complesso sistema di movimenti e un intenso uso dei servizi, contribuendo così a generare vitalità e un forte controllo spontaneo.
 
Separare i flussi diminuisce la vitalità
Sulle strade periferiche, auto, biciclette e pedoni contribuiscono tutti insieme a creare flussi che di solito sono sufficienti a garantire il controllo spontaneo. Se questi flussi vengono divisi su diversi percorsi, ognuno di essi fornisce un livello di sorveglianza minore. In termini di prevenzione della criminalità, sono quindi preferibili strade locali in cui si mescolano i diversi tipi di traffico.

Rischio di conflitti tra attività
Consentire diverse attività nella stessa area aumenta la vitalità, ma può generare conflitti. È opportuno dunque analizzare in termini di compatibilità le attività da prevedere. Ad esempio, attività legate alla vita notturna in un’area residenziale creano vitalità, ma anche conflitti con i residenti a causa del rumore e del traffico.
 
Tempi e calendario delle attività programmate
Definire l’uso del territorio determina implicitamente il ritmo della vitalità, in quanto ogni attività ha un proprio calendario e un proprio orario. Nell’ assegnazione delle destinazioni d’uso, i progettisti devono quindi valutare se l’insieme delle attività previste garantisce una buona continuità nel tempo.
 
Attività a orario continuato per aree a rischio
Alcuni nodi specifici della rete urbana, strategici per il funzionamento della città, devono essere sorvegliati costantemente per garantire spostamenti sicuri.
Il controllo spontaneo di questi luoghi può essere potenziato prevedendo di insediare specifiche attività che possano generare movimento quali ad esempio attività ricreative, commercio, hotel, ambulatori ecc.

Gravi problemi socio-economici dei residenti, scarsità di servizi e strutture, isolamento fisico dovuto a barriere infrastrutturali, mancanza di accessibilità e di trasporti e bassa qualità degli edifici, sono elementi che, combinati insieme, creano le condizioni per il degrado urbano e offrono un terreno favorevole alle attività criminali e ai comportamenti antisociali.
D’altro canto, i complessi urbani con concentrazione di persone ad alto reddito, di fatto inaccessibili per altri gruppi sociali, generano aree isolate di privilegio e portano alla segregazione sociale. È a livello della pianificazione che queste situazioni possono essere evitate.
Inoltre, la città, per essere sicura e vitale, non dovrebbe essere costituita da entità separate e isolate, al contrario, dovrebbe incoraggiare la libertà di movimento e le occasioni di socialità. Una città sicura è una città integrata e aperta, con quartieri in cui i diversi gruppi sociali vivono insieme.

Promuovere un attento mix di fasce socio-economiche
Fornire alloggi diversificati nello stesso quartiere attrae persone di diversi gruppi economici e di diverse età, con diverse abitudini, tempi e modalità di spostamento. Tutto questo aiuta a creare vicinati con buona vitalità, dunque a migliorare la sicurezza.
 
Equilibrio socio-economico
Per contribuire ad una sicurezza urbana sostenibile, un intervento deve tenere in considerazione la composizione sociale delle zone circostanti e tentare di raggiungere una situazione equilibrata su una scala più ampia.
 
Evitare la creazione di aree socialmente segregate
Per evitare aree segregate di popolazione svantaggiata è importante prestare attenzione alla distribuzione territoriale dell’edilizia pubblica. È preferibile creare piccole unità di edilizia pubblica diffuse in tutta la città, piuttosto che concentrarle in un solo luogo ampio e confinato, e prevedere un mix di appartamenti ad affitto agevolato (edilizia sociale), e di unità abitative di livello medio.

Densità urbana e controllo spontaneo sono correlati
Un’adeguata densità è necessaria perché ci sia un numero sufficiente di persone a supportare quelle attività che garantiscono la vitalità. Inoltre, una maggiore densità genera più flussi e movimenti, che offrono una sorveglianza naturale sulle strade.
Nelle aree a bassa densità, in cui mancano le attività e i flussi sono deboli, la sicurezza nelle strade e negli spazi pubblici non può basarsi sul controllo spontaneo, ma necessita di strumenti ulteriori, quali forme organizzate di sorveglianza (“vigile di quartiere”) o sistemi di videosorveglianza.
Se la densità è troppo alta, tuttavia, possono sorgere altri problemi, quali la mancanza di spazi pubblici e un alto rischio di conflittualità tra gli abitanti.

Senso di vicinato
L’organizzazione dei quartieri dovrebbe stimolare, tra i residenti e gli utenti, il senso di vicinato e di appartenenza al luogo (con piazze, negozi, campi gioco, simboli storici, eventi sociali, ecc.). Le persone, infatti, si prendono cura e sviluppano un senso di rispetto e di protezione per i luoghi ai quali sentono di appartenere.

Intensità d’uso del territorio
La densità delle attività, insieme alla loro diversità, genera vitalità per più ore della giornata, garantendo controllo spontaneo. Per evitare problemi, l’uso del territorio dovrebbe essere abbastanza intenso, ovunque possibile, in modo da creare vivacità e presenza di persone.

Spazi pubblici in aree ad alta densità
La concentrazione delle persone in spazi insufficienti può aumentare il rischio di potenziali conflitti; pertanto gli schemi insediativi nelle aree ad alta densità devono prevedere una dotazione di spazi pubblici adeguata in termini di quantità, localizzazione, qualità e possibili usi. Bisogna prestare attenzione a non creare spazi aperti che possano trasformarsi in terre di nessuno.


La presenza di barriere fisiche nel territorio può essere dovuta a caratteristiche naturali del terreno, a interventi progettati, a infrastrutture o ad ampie proprietà recintate. Le barriere riducono i collegamenti tra le diverse parti della città e interferiscono con i movimenti. In molti casi poi, il tracciato delle infrastrutture è in conflitto con la trama urbana circostante, creando discontinuità e confusione visiva che incidono sulla sicurezza e sulla percezione della sicurezza.
Le barriere fisiche richiedono sottopassaggi, cavalcavia o lunghi percorsi alternativi; è generalmente riconosciuto che questo genere di passaggi crea problemi di sicurezza.
Invece di creare barriere, le infrastrutture, se ben progettate e integrate nel contesto, possono diventare l’occasione per ricucire un tessuto urbano o per sviluppare una nuovo quartiere.
Gli spazi residuali deserti sono aree prive di attrattiva che le persone tendono ad evitare. Portano quindi ad una diminuzione del controllo spontaneo e diventano di solito luoghi che attraggono attività illegali e comportamenti antisociali.

Infrastrutture da progettare
Le infrastrutture connesse ad un progetto devono evitare di creare barriere fisiche, enclave e spazi deserti, in modo da non generare luoghi in cui è difficile garantire sicurezza.
I percorsi delle infrastrutture dovrebbero essere ben integrati nella struttura urbana ed essere definiti in modo da permettere collegamenti tra le diverse parti del tessuto urbano esistente.
 
Infrastrutture esistenti
Laddove le infrastrutture esistenti creano discontinuità nel tessuto urbano, i progetti dovrebbero proporre nuovi collegamenti per contribuire a superare le barriere e ricucire il tessuto.

Spazi residuali esistenti
I piani di riqualificazione dovrebbero includere strategie per recuperare le aree residuali esistenti.
Per riutilizzare questi spazi, è necessario capire quali sono le cause e i problemi che li hanno generati. I miglioramenti fisici dovrebbero essere accompagnati da azioni di rivitalizzazione idonee a prevenire il degrado futuro


Documenti:
European Commission Directorate General Justice, Freedom and Security - Politecnico di Milano - Regione Emilia Romagna, Pianificazione disegno urbano gestione spazi per la sicurezza. Manuale
Norma Europea UNI CEN TR 14383-2 per la pianificazione urbanistica anticrimine
Paul van Soomeren, Urban planning and the prevention of crime: theories and experiences


Bibliografia:
Rossana Roccari, Sicurezza urbana. Analisi della relazione tra ambiente costruito e criminalità



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