Business traveller? una fonte di informazioni per la concorrenza, un rischio personale.
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Chi viaggia per affari deve essere consapevole di essere una potenziale fonte di informazione per aziende concorrenti ma anche per le intelligence di stati esteri. Questo significa che non solo i dati che esporta (documenti, progetti, protocolli, dati finanziari, contatti, strategie di mercato, ecc.) ma anche la propria persona è esposta a rischi. E questo vale non solo per le grandi aziende (che bene o male hanno consolidato l'abitudine di istruire il proprio personale in viaggio) ma anche per le piccole imprese e per i professionisti che troppo spesso trascurano questo problema.
La competitive intelligence è l'attività di individuazione, raccolta, analisi e distribuzione di informazioni relative al mercato, alla concorrenza e al suo patrimonio di conoscenze, alle tecnologie, alle risorse e ad ogni altro aspetto dell'ambiente in cui l'impresa opera al fine di supportare i suoi decisori nell'assunzione di scelte strategiche. La sua funzione è anche quella di individuare i rischi e anticipare i competitors su nuove opportunità di mercato.
Nasce con la globalizzazione dell'economia e trova una definizione nella pubblicazione di Michael Porter (Harvard Business School) Competitive-Strategy: Techniques for Analyzing Industries and Competitors: "Give the right information to the right person at the right time to make the right decision"
Le fonti della Competitive intelligence sono apertamente disponibili: consistono in pubblicazioni aziendali, siti web, documentazioni relative a brevetti, documenti finanziari pubblici, fiere ed eventi simili, articoli di stampa, eccetera. Il problema sta in una loro raccolta ed elaborazione che sia utile nei processi decisionali dell'azienda. Si tratta quindi di una attività basata su open source, metodologicamente riconducibile alla cosiddetta OSINT militare (Open Source INTelligence).
La competitive intelligence è una attività legale ed eticamente e giuridicamente ammessa.
Tuttavia essa non è il solo modo di acquisire informazioni sulla concorrenza, specialmente laddove una impresa - ma anche uno Stato, preoccupato di assicurare vantaggi alla propria economia nel teatro globale - si inoltra nell'ambito delle informazioni coperte da segreto industriale, in aspetti economici e finanziari riservati, oppure in trattative commerciali riservate e via dicendo.
Il confine fra competitive intelligence e spionaggio economico e industriale può diventare quindi spesso ambiguo.
I metodi adottati dallo spionaggio industriale sono numerosi e differenti.
Un modo estremamente diffuso ed efficace per raccogliere informazione riservate è quello di avvicinare le persone che detengono queste informazioni e convincerle in qualche modo a raccontare quello che sanno.
In termini militari questa attività prende il nome di HUMINT (HUman INTelligence: "A category of intelligence derived from information collected and provided by human sources" NATO glossary of terms and definitions)
Sono particolarmente esposte a questi attacchi manager ed executive che conducono attività (trattative commerciali, scouting, gestione sedi estere, eccetera) in territorio estero.
Un altro aspetto è quello della SOCIAL ENGINEERING, che ha per obiettivo la penetrazione di sistemi informatici non attraverso azioni di tipo tecnologico, ma inducendo le persone a dare informazioni o a svolgere operazioni apparentemente innocue, con livelli di complessità via via più elevati. In questa attività non si tratta di coinvolgimento a livello dirigenziale, di persone che detengono le informazioni, ma di personale a qualsiasi livello che inaspettatamente può inconsapevolmente aprire la strada ai nuclei critici non solo delle informazioni ma della operatività stessa dell'organizzazione.
Una fonte decisamente autorevole: Le indicazioni del FBI per la sicurezza dei viaggiatori d'affari
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