Travel security and safety. Sicurezza nei viaggi e in vacanza
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Quando viaggiamo, specialmente all'estero, siamo esposti a numerosi rischi, diversi per tipologia e livelli di gravità.
Fino a pochi anni fa si immaginava che la pericolosità un viaggio potesse essere rappresentata da destinazioni particolari: aree poco frequentate, territori impervi, paesi interessati da conflitti. E forse in molti casi era proprio l'aspetto "avventuroso" a fare di un viaggio un'esperienza straordinaria.
Gli accadimenti degli ultimi anni hanno messo in evidenza il fenomeno del terrorismo, facendo ritenere che il rischio per chi viaggia sia direttamente correlato al fatto di restare vittima di un attentato. E questo, non più in quelle destinazioni "fuori mano" di cui sopra, ma nel bel mezzo dell'Europa, nelle sue capitali, o nei tranquilli e spesso lussuosi resort sul Mar Rosso, o sulle coste Mediterranee.
In realtà il rischio rappresentato dal terrorismo, centrale nella comunicazione mediatica, è solo uno dei pericoli cui siamo esposti nei nostri viaggi. Semplicemente gli attentati di ISIS hanno fatto emergere un "rischio viaggio". Ciò che ci può accadere è di rimanere vittime di furti e rapine, di essere aggrediti, rapiti, o peggio. O di restare coinvolti in catastrofi naturali e non (eventi meteo violenti, incendi, incidenti).
Questo significa che non si deve viaggiare? Assolutamente no: significa che, così come avvertiamo la necessità di sentirci sicuri a casa nostra, dobbiamo pretendere da noi stessi e da chi di competenza di essere sicuri anche all'estero. Possiamo sviluppare attenzione e adottare i comportamenti corretti che ci consentono viaggi di lavoro e vacanze tranquilli e sicuri, specie quando oltre che di noi stessi siamo responsabili della serenità di eventuali famiglie al seguito.
Ma, rispetto a casa nostra, in che cosa consiste il "rischio viaggio" o meglio il "rischio estero"? Quando siamo in un altro paese non conosciamo il contesto in cui ci troviamo: non ne conosciamo approfonditamente la cultura, le tradizioni, le regole sociali, le leggi... Inoltre siamo percepiti come "stranieri", distratti dal muoverci naso all'insù come turisti, e quindi facili obiettivi di un sacco di predatori diversi.
Chi viaggia per lavoro dovrebbe essere consapevole delle responsabilità dell'azienda per cui opera riguardo alla sua sicurezza durante le missioni all'estero ("dovrebbe"... come "dovrebbero" i datori di lavoro mettere in atto quanto previsto dalla legge). Proprio dalla necessità di mettere in evidenza questi obblighi, e di rendere disponibili informazioni di sicurezza, il Ministero degli Esteri italiano pubblica su sito Viaggiare Sicuri profili completi di tutti Paesi del mondo, corredati da aggiornamenti sulla situazione di rischio (dalla opportunità o meno di intraprendere un viaggio in una determinata destinazione, alle principali indicazioni di attenzione e alle precauzioni da adottare) Di questi servizi possono (e devono) usufruire tutti i cittadini italiani che viaggiano, turisti compresi. Il Ministero sottolinea come esista una precisa responsabilità di chi viaggia (sia per lavoro che per turismo) riguardo alla propria incolumità e come sia indispensabile "Prendere attenta visione del Codice del Turismo (Decreto Legislativo n. 79 del 23 maggio 2011, entrato in vigore il 21 giugno 2011), in base al quale (Art. 50, comma 5), il Ministero degli Affari Esteri può chiedere agli interessati il rimborso, totale o parziale, delle spese sostenute per il soccorso e il rimpatrio delle persone che, all’estero, si siano esposte deliberatamente, salvi giustificati motivi correlati all’esercizio di attività professionali, a rischi che avrebbero potuto conoscere con l’uso della normale diligenza".
(A proposito, sapevate che se avete bisogno di ricorrere - in Trentino Alto Adige, non sull'Himalaya - all'intervento del Soccorso Alpino, a meno che non siate feriti gravi, l'elisoccorso vi costa al 140 € al minuto?)
Quindi, che fare?
(1) Se la destinazione di una vacanza é questione di scelta, la destinazione di lavoro non lo e'. D'altra parte, per esempio, sono proprio le aree del mondo appena uscite da crisi e conflitti, o comunque che attraversano fasi di profonde trasformazioni, ad essere piu' "interessanti" dal punto di vista dello sviluppo economico e delle infrastrutture.
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